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L'anoressia: sintomi, trattamenti e consigli

Aggiornamento: 13 nov 2020



Intervista al Dr. Filippo Frediani Psicologo , Psicoterapeuta e Mental Coach che lavora in vari centri nel territorio Toscano.


1. Che cos’é l’Anoressia??

L’anoressia nervosa è un disturbo mentale legato all’assunzione di cibo classificato nel DSM-5 sotto la dizione di “Disturbi della nutrizione e della alimentazione”, Le tipologie esistenti del disturbo sono due; * tipo 1(o restrittivo) dove il paziente tende a diminuire drasticamente la quantità di calorie assunte e di tipologia di cibi arrivando ad avere un consistente calo del peso,senza attuare tendenzialmente tuttavia condotte compensatorie * il tipo 2(Non restrittivo) in questo sotto tipo possono essere presenti anche episodi dove il paziente ha degli episodi di “Binge” come episodi presenti anche una notevole quantità di condotte compensatorie dette purging (Vomito autoindotto,lassativi,ecc)

2. Quali sono i primi sintomi che vengono riscontrati??

Nonostante le forte pressioni sociali e gli standard di bellezza-corporale possano dare il loro effetto, uno degli aspetti che si riscontrano in questi/e pazienti che risulta essere una condizione necessaria ma non sufficiente è la forte tendenza al controllo ed al perfezionismo che si riscontrnoa in molti campi e che spesso viene proiettata sul corpo sottoforma di controllo del proprio peso.

Anche l’autostima della persona risulta essere un fattore influente nel determinare l’insorgenza del del diturbo senza dimenticare che la pressione di alcuni gruppi di pari possa essere determinante


4. Esiste una fascia d’età più colpita da questa problematica?

Sebbene la sua insorgenza non sparisca del tutto in base all’età si riscontra che la sua tipica insorgenza risulta essere nell’età adolescenziale principalmente nella fascia d’età che va dai 13 ai 16 anni


5. L’Anoressia è sempre legata ad un disturbo alimentare o può essere scatenata anche da altri fattori?

L’anoressia nervosa può anche nascere come disturbo secondario a causa di disturbi d’ansia, tratti ossessivi o anche condizioni di abuso fisico, sessuale e/ o psicologico del\della paziente


6. È possibile uscirne??

Uscire dall’anoressia intesa come tale,ovvero legata alla sintomatologia principale è possibile, ritornando anche spesso al peso normotipico, tuttavia alcuni aspetti marginali dell’anoressia come evitare cibi molto calorici, essere molto attenti alla quantità di cibo mangiato o, alcune volte, attuare piccole condotte compensatorie come ginnastica spesso persistono anche dopo che si è usciti completamente dal disturbo


7. In che modo uno Psicoterapeuta lavora con il paziente per aiutarlo ad uscirne??

Un primo aspetto è andare a lavorare su quelle caratteristiche del/della paziente che determinano la continuazione del disturbo,quindi questo implica spesso andare a lavorare sull’aspetto del controllo\perfezionismo del/della paziente che come già detto colpisce spesso più campi e di andare a lavorare sul tratto dismorfofobico, che risulta l’aspetto più pericolo del disturbo. Nel caso in cui il disturbo emerga da conseguenze più di tipo relazionale o oppositivo è importante che il terapeuta vada a lavorare anche su questo aspetto di mantenimento del disturbo.


8. La famiglia in tutto ciò che ruolo detiene??

La famiglia, sebbene non l’unica determinante,può avere un impatto importante sull’esordio del disturbo, tolto che il tratto perfezionistico e di tendenza al controllo è spesso sviluppato di conseguenza o in risposta a dinamiche familiari come l’educazione, eventuali abusi, ecc.. spesso si riscontra che il disturbo possa nascere anche dal rapporto che la stessa madre ha col cibo,mostrando una tendenza del disturbo o di alcuni sui tratti al passaggio generazionale,in particolar modo da madre in figlia. Anche ambienti dove la bellezza viene avvicinata alla magrezza sono pericolosi per lo sviluppo del disturbo


9. Ha qualche consiglio da lasciarci??

Fare pressione sulla persona per obbligarla a ritornare ad una corretta alimentazione è una pratica che va evitata, può portare il/la paziente ha rispondere o con aggressività visto che percepisce un attacco al suo tentativo di controllo sul corpo o con un aumento dei sentimenti negativi come ansia, depressione o vergogna perché nonostante la pressione delle persone a lui/lei vicine la persona non riesce ad uscirne. E’ necessario senz’altro la vicinanza ed il calore della famiglia e dei pari senza forzare la persona,ma ovviamente sarebbe importante l’intervento di uno psicoterapeuta per permettere alla persona di uscirne


Ringraziamo ancora il Dr. Filippo Frediani per averci dato occasione d’intervistarlo.


 

Il Dr. Filippo Frediani, visita nel nostro centro ogni Venerdi pomeriggio

Per maggiori informazioni o appuntamenti

331.7748463

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